Prosegue il decommissioning ma
ancora tanti dubbi sul futuro del sito di B.go Sabotino.
Il completamento del
deposito di scorie nucleari nell'area della ex centrale di B.go
Sabotino rende ancora più urgente l'avvio di un confronto aperto e
trasparente sul futuro di questo sito.
Il deposito, è bene
ricordarlo, è frutto dell'esigenza di stoccare in sicurezza i
residui radioattivi provenienti dalla ex centrale stessa in attesa
della costruzione del deposito unico nazionale.
Nel 2009, infatti, a
causa delle dure proteste che scaturirono in Basilicata contro la
costruzione del deposito di Scanzano Ionico, si rese necessario
ridefinire le procedure di decommissioning del sito nucleare di
Latina prevedendo la procedura a due fasi e non più lo
smantellamento totale fino al rilascio del sito allo stato, in
gergo, di “green field”.
La nuova procedura se da
una parte prevede lo smantellamento di buona parte della Centrale,
d'altra parte non può passare alla fase due senza la disponibilità
sul territorio nazionale del deposito unico nazionale, poiché solo
allora si potranno stoccare le 2mila tonnellate di grafite che
costituiscono il reattore. Questa grafite, infatti, così come il
materiale radioattivo riprocessato in Scozia, costituiscono rifiuto
nucleare di categoria 3, ossia la più pericolosa e i cui tempi di
decadimento radiologico raggiungono le migliaia di anni.
Questo materiale, che in
virtù di un accordo internazionale tra Italia e Gran Bretagna è
stato ridimensionato a parità di carica radioattiva ad una
volumetria di 18 metri cubi, dovrà rientrare entro il 2025.
Ci si chiede a questo
punto se sia realistico ipotizzare che entro questa data sarà
realmente disponibile il deposito unico nazionale che è la
precondizione affinché la procedura di decommissioning di Sabotino
sia conclusa e che il combustibile di cui si prevede il rientro fra
dieci anni possa essere stoccato con la massima sicurezza in un
deposito idoneo a questo tipo di rifiuto.
E' bene ribadire,
infatti, che il deposito appena concluso è, e deve essere,
finalizzato allo stoccaggio unicamente di rifiuti radioattivi di
minore pericolosità.
Su questo punto serve la
massima vigilanza di tutti e la massima trasparenza da parte dei
soggetti coinvolti.
Alessandro Loreti
Circolo Arcobaleno
Legambiente
Volontariato
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